Interviste

Recensioni

Eventi

Mix e clubculture

mercoledì 30 novembre 2011

Ephedrina vs Noisybeat

Due giovani netlabels italiane, Ephedrina da Roma e Noisybeat da Caserta, specializzate in musica elettronica, hanno deciso di unire le forze e gli artisti sfornando una super compilation composta da 16 tracce e divisa in due parti: Ephedrina vol.1 e Noisydrina vol.2. La collaborazione nasce soprattutto dalla passione comune per le basse frequenze, la ricerca di nuove sonorità e dalla voglia di distribuire e diffondere musica libera senza vincoli e imposizioni. Il primo volume è dedicato alla techno/electro con elementi deep, detroit e ambient, il secondo invece è dedicato alla bass music (dubstep,futurebass,future garage…). I 16 artisti provenienti da tutto il mondo contribuiscono alla nascita di questo interessante progetto scaricabile gratuitamente sotto licenze creative commons dai siti ufficiali delle due netlabels :



Ephebeat vol.1

01_Sandro Chiaravalle - 4 beat
02_Damolh33 - garmish
03_Maurone Klub Basik - finger sickness
04_Blastculture - get higher (dub side)
05_Plastic Penguin - ATOM uan
06_Remo De Vico - instabilità
07_Polar - terapia low-fi
08_Dj Enigma - final memory



Noisydrina vol.2

01 REMOTE GUEST LIST - Say To You
02 MILDTAPE - Index Dub
03 DZIGA - UNity
04 JAHPAWA - dubmind
05 BIST - Everything flows (Future version)
06 DUBBEMO - Breath dub
07 EIKOSPUD - Break's
08 BLISTER - SuperBeatRMX


lunedì 21 novembre 2011

Dubstep (Vita, morte e miracoli)

Oggi si parla di dubstep come un nuovo genere musicale, ma pochi sanno che è nato a Londra verso la fine degli anni ’90 da varie sperimentazioni e  intrecci di  generi. Inizialmente si cercò di incorporare elementi funky della breakbeat e più cupi della drum&bass su basi 2step e uk garage, dando vita a ritmiche sincopate e irregolari con una forte presenza di basso tagliato, filtrato e oscillato, detto wobble. In seguito si inserirono all’interno di questo grande frullatore caratteristiche e sonorità tipiche del reggae, del dub o dell’ hiphop con la forte presenza di mc’s
all’interno delle tracce e nelle serate live. Questo genere musicale iniziò a farsi spazio in città grazie alla spinta e al sostegno di  un club, il “Forward” , di un negozio di dischi il “mixing” e da una trasmissione radiofonica della dj MARIE ANNE HOBBS su radio BCC1.  Con il passare del tempo il dubstep iniziò ad affermarsi sempre di più, aumentavano i djs, i producers, le serate, gli eventi e molte radio pirata soprattutto su internet contribuirono alla crescita.
Tra il 2002 e il 2005, mentre in Italia c’era un’invasione di techno-minimal, Skream, Benga,El-B, N-type, Loefha, Cyrus, Digital Mystikz iniziarono a suonare dubstep  in vari club londinesi e parallelamente si dedicarono a produzioni musicali, nacquero etichette storiche come DMZ, Tempa e Hyperdub che portarono alla crescita di altri artisti come Kode9, Pinch e Burial. Negli anni seguenti il dubstep ebbe un’ulteriore crescita, aumentarono i club, le etichette e i djs,  fino alla consacrazione nel 2008, fu apprezzato da tanti, addetti ai lavori, artisti e semplici appassionati.
Londra era diventata la capitale del dubstep in tutte le sue forme, Marie Anne Hobbs  continuava a dare spazio nelle sue trasmissioni,  piccoli club, ma anche templi storici come il FABRIC,  iniziarono a proporre regolarmente serate dubstep,  si fecero spazio nuovi  djs e  producers, nasceva un vero e proprio movimento.
Come ogni genere musicale di successo è sbarcato negli States, a Berlino, a Ibiza, per poi  avere la  consacrazione finale nella musica globale con L’OUTLOOK FESTIVAL in Croazia.
Purtroppo negli ultimi anni tutto questo successo ha attirato l’attenzione di discografici che per dare una ventata di novità al pop e all’hiphop(e soprattutto per interessi economici), hanno fatto avvicinare al dubstep artisti commerciali come Britney Spears, Beyonce, Rihanna, Justin Bieber e via dicendo.
Da qui è iniziata una veloce discesa di questo genere musicale, anche per quanto riguarda l’aspetto club-culture, inoltre la commercializzazione ha portato  alla nascita di nuovi personaggi come Skrillex che hanno approfittato benissimo della situazione mescolando al dubstep, rock e electro, portando all’esasperazione il wobble, con dei risultati un po’ eccessivi.
Recentemente c’è stato un distacco da questa nuova forma di dubstep “commerciale”, artisti vecchi e nuovi hanno integrato al dubstep sonorità techno, idm e 2step, mescolando elementi deep e ambient,  questo mix di generi, oggi viene chiamato  post-dubstep, future-bass, future-garage ecc.
Sarà un’ancora di salvataggio per la cultura dubstep? Staremo a vedere.


venerdì 11 novembre 2011

Creative commons


Le Creative Commons  sono delle licenze di diritto d'autore che si basano sul principio di "alcuni diritti riservati". Rendono semplice, per il titolare dei diritti d'autore, segnalare in maniera chiara che la riproduzione, diffusione e circolazione della propria opera è esplicitamente permessa. Aiutano a pubblicare i propri lavori online consentendo contemporaneamente ai fruitori di sapere in modo chiaro e preciso quali usi sono consentiti e quali no. Le licenze Creative Commons offrono sei diverse articolazioni dei diritti d'autore per artisti, giornalisti, docenti, istituzioni e, in genere, creatori che desiderino condividere in maniera ampia le proprie opere secondo il modello "alcuni diritti riservati".


 Es. CC BY-NC-ND 2.5

Tu sei libero:

  • di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare quest'opera

Alle seguenti condizioni:

·         Attribuzione — Devi attribuire la paternità dell'opera nei modi indicati dall'autore o da chi ti ha dato l'opera in licenza e in modo tale da non suggerire che essi avallino te o il modo in cui tu usi l'opera.
·         Non commerciale — Non puoi usare quest'opera per fini commerciali.
·         Non opere derivate — Non puoi alterare o trasformare quest'opera, ne' usarla per crearne un'altra. 

martedì 8 novembre 2011

Cosa sono le netlabels ?


Le netlabels sono delle etichette indipendenti che distribuiscono opere musicali di artisti in rete, attraverso dei downloads gratuiti e legali disponibili sui propri siti ufficiali(e non solo), sotto licenze creative commons o similari. Ogni opera viene pubblicata con la denominazione di release e nella maggior parte dei casi sono complete di grafica e copertine. Le netlabels  si svincolano nettamente dalle regole di mercato delle major, della siae e dei distributori e hanno come obiettivo principale la libera circolazione delle opere attraverso i circuiti non tradizionali.
Tutto questo favorisce le potenzialità, le risorse e soprattutto lo sviluppo degli artisti, che riescono a farsi spazio nel mondo della musica senza troppi vincoli e restrinzioni. Inoltre ogni netlabel per far conoscere meglio gli artisti e coinvolgere gli amanti del genere  punta a pubblicizzare e a informare attraverso social network, forum e siti specializzati, si affida anche a  web radio che sostengo da tempo la causa. 

Il fenomeno netlabels si è sviluppato anche in Italia, con alti e bassi, dando alla luce progetti interessanti. Nell’ultimo periodo si è verificata una frenata delle netlabels più anziane e una maggiore produttività di quelle più giovani . Segue una lista di netlabels italiane da sud a nord che trattano musica elettronica: Brusio(Palermo), Signorafranca(Cagliari),Sudunderbeat(Cosenza), Noisybeat(Caserta), Aquietbump(Avellino), Sostanze,Ephedrina,Statoelettrico,Coucou,Nodezero (Roma), Vittek(Perugia), Homework, Musicaoltranza (Bologna), Chew z (Torino), Inv3rno, 51beats(Milano), Deepindub(Venezia).